 |
Tra le diverse
qualità di uve primeggia il così chiamato
'Nebbiolo di Dronero' diffuso anche in altre
zone dell'area pedemontana (Pinerolese e
Saluzzese) e frutto di appassionate ricerche
condotte da anni per questo antico vitigno.
Per quanto riguarda le
pratiche colturali in vigneto del 'Nebbiolo di
Dronero', il sistema di
allegamento è a controspalliera; per quanto
riguarda la potatura si tratta di un guyot, con
carica di gemme ridotta (8-10 max) per limitare
la produzione a vantaggio della qualità.
|
Trovandoci in un ambiente non
facile, caratterizzato da forti contrasti
termici, si applicano ancora antiche regole
trasmesse attraverso le generazioni, soprattutto
per quanto riguarda le operazioni di potatura e
legatura (l’archetto è abbastanza accentuato per
effettuare una sorta di forzatura) e di potatura
verde, che prevede una cimatura abbastanza
drastica.
Queste coltivazioni locali
sono piuttosto rustiche, poco sensibili alle
crittogame e resistenti alla muffa grigia e al
marciume. Grazie a queste caratteristiche,
unitamente al clima relativamente secco,
richiedono pochi trattamenti antiparassitari,
tradizionalmente a base di rame e zolfo. Per
questo aspetto importante la viticoltura locale
si potrebbe definire pressochè biologica.
|
 |